Gaetano Di Giorgio
SISTEMA BIODINAMICO
INTRODUZIONE
La popolazione terrestre ha superato le 7*10^9                   unità, a fronte di 1,8*10^9 ettari di terreno coltivabile;                   il che vuol dire che ogni persona al mondo ha a disposizione                   circa 2500 mq di terreno per i suoi bisogni primari; cui bisogna                   aggiungere naturalmente le necessità del regno animale                   terrestre [link]. 
							  Ciò che una mente scientifica e speculativa può                   dedurre da questo dato è inquietudine e necessità                   di prevenzione riguardo alle implicazioni che una gestione futura                   poco accorta del Sistema Terra comporterebbe. 
							  Visti i dati estremi confrontabili, la situazione globale suggerisce                   allarme; il dato appena evidenziato rappresenta solo la punta                   dell’iceberg di una serie di problematiche connesse alle attività                   di una umanità numerosa e potente, nonché egoista                   e disorganica [link].
							  D’altro canto, la stessa umanità rappresenta sconfinata                   risorsa, specie se si confrontano teorie scientifiche che evidenziano                   la natura di interfaccia tra coscienza ed ambiente rappresentata                   dalla persona. Purtroppo, un’ottica eccessivamente materialista                   e poco accorta verso altre facoltà malcelate dell’individuo,                   la rinuncia al misticismo ed alla sua ala protettiva, portano                   proprio ad una crisi della stessa qualità della materia,                   con evidenze a largo spettro [link].
							  L’incremento demografico esponenziale e, di contro, la perdita                   proporzionale dei terreni agrari è divenuta una combinazione                   insostenibile; l’espansione immotivata dell’arcaico modello                   metropolitano non appare coerente perché implica la distruzione                   dell’humus; come si legge nell’articolo del primo link in alto:                    “cementificati 5 milioni di ettari negli ultimi 40 anni”! E                   la cosa che più allarma è la semi-indifferenza                   al problema.
							  Altro dato da prendersi seriamente in considerazione è                   il fenomeno del “land grabbing” e cioè dell’acquisizione                   da parte di grandi multinazionali di grandi appezzamenti di                   suolo agricolo, specie in seno e ai danni di paesi in via di                   sviluppo, terreno utilizzato dalle stesse corporazioni finanziarie                   per produzioni agricole monocolturali OGM a “rendita esasperata”,                    con gravi costi ambientali attuali e futuri, prevedibili nella                   loro pesantezza sia dal buon senso che dalla matematica del                   tempo.

Il pensiero che l’attuale sistema di sviluppo                   improprio che ha il suo volano nella metropoli e nel suo caos                   deterministico, endogeno ed esogeno, possa ancora essere implementato                   nel futuro della Terra, appare follia pura.
							  Le avvisaglie delle conseguenze, gravi, di un collasso del sistema,                   sono già presenti nel database della storia metropolitana.
							  Nel ’29, la Grande Depressione creò una fenomenologia                   tale che, ad usare il buon senso e facendone tesoro, sarebbe                   possibile correre in tempo ai ripari.
							  Un esempio:
							  In Cile, in quel periodo, l’economia era basata sulle forniture                   di rame agli USA; le miniere di rame cilene rappresentavano                   il punto di forza dell’economia statale; il crollo delle commissioni                   USA fu un disastro per il paese sudamericano; chi viveva nei                   villaggi aveva più chance di sostentamento, ma riguardo                   alle città: testimoni oculari raccontano che al mattino,                   dalla finestra, si vedevano giungere serie di camion municipali                   per le strade, gli stessi venivano riempiti con persone all’apparenza                   addormentate lungo i marciapiedi; in realtà erano morte                   di fame.
							  Non bisogna dimenticare inoltre che in quel periodo la popolazione                   terrestre era un quarto di quella attuale; oggi, la stessa crisi                   estrema rappresenterebbe l’apocalisse [link].
							  In pratica, la popolazione di una metropoli tipo è paragonabile                   ad un lattante affidato ad una nutrice. Se la nutrice muore,                   la stessa fine tocca alla creatura. Le attività metropolitane                   non mettono in conto l’autoproduzione agricola. Un blocco dei                   rifornimenti, causato da svariati quanto estremamente probabili                   motivi; ed è la fine.
							  L’espansione metropolitana è un abominio generato dalle                   rivoluzioni industriali; oggi, con la rete informatica ed i                   robot è assolutamente immotivata; il 90% di attività                   e servizi può essere delocalizzata. La città va                   liberata dallo strato di cemento che ne comprime il respiro;                   all’umanità va restituito l’intero pianeta, non l’angoscia                   delle metropoli.
							  Ritengo sia fondamentale, per esorcizzare lo spettro del collasso                   del sistema economico-ambientale, il processo di dismissione                   delle corone metropolitane (corona ricorda meglio la metastasi),                   la rigenerazione dei suoli agrari di prossimità e un                   ritorno al Primario da parte delle famiglie.
							  Un ritorno solare, biologico, interattivo, tecnologico; ma anche                   una rivisitazione dell’etica del fare e del pensare; una metamorfosi                   del vivere, non più da universi isolati e competitivi                   ma da molecole aggregate. Sarebbe così auspicabile la                   genesi di emergenze imprevedibili ma concepibili dal punto di                   vista di una astrazione produttrice di bellezza;
							  è facile immaginare l’umanità come un organismo,                   le cui cellule, potenzialmente coerenti, potrebbero, così                   come le cellule dell’occhio che permettono la vista, contemplare                   risultati non raggiungibili singolarmente da ognuna di esse                    - Scienza non riduzionista insegna.
							  Con l’evoluzione dell’informazione i popoli divengono sempre                   più una grande famiglia; gli squilibri ancora presenti                   qua e là sul pianeta, sono ferite per l’umanità                   intera. Il fenomeno della sovrappopolazione è da correggere                   perché generato da violenza ed ottusità, specie                   ai danni delle donne; in India, bambine undicenni vengono strappate                   alla scuola e maritate a vecchi o a chi conviene ai parenti;                   l’equilibrio demografico passa dall’istruzione e dall’indipendenza                   femminile – Emilio Del Giudice, fisico teorico purtroppo recentemente                   scomparso, usava la similitudine del tumore; lo stesso, diceva,                   si sviluppa per mancanza di informazione da parte delle cellule;                   al buio della conoscenza non c’è di meglio da fare che                   moltiplicarsi….
							  Quanto segue in questo scritto, nei capitoli che descriveranno                   la possibile configurazione ambientale da implementare sul pianeta,                   si farà riferimento al modello Light city, che tratta                   il riequilibrio territoriale da realizzarsi attraverso la riconversione                   della metropoli in città, con la conseguente rigenerazione                   dei suoli cementificati in agricoli e la migrazione a corto                   raggio delle famiglie in villaggi satellite, fuori dalle aree                   metropolitane; gli stessi villaggi saranno imperniati su fattorie                   autosufficienti connesse da reti energetiche impostate sul modello                   delle reti neurali, che rappresentano una soglia di eccellenza                   universale. le fattorie, il cui insieme costituisce i greens                   (villaggi) si immaginano con tipologia edilizia a palificata,                   su gomma o montate su alberi ad alto fusto; lo stoccaggio di                   Idrogeno o la diffusione della tecnologia della fusione fredda                   integrerebbero la produzione fotovoltaica puntuale, diffusa                   in rete in simbiosi planetaria [link].                   Si lascia la strada aperta ad energie possibili e rivoluzionarie                   di cui c’è sentore ma non prove esaustive.
							  Le costruzioni saranno realizzate in modo da non distruggere                   più il cappellaccio vegetale: manto magico che da vita                   alla Terra; rappresenteranno il successo dell’interazione uomo-ambiente                   e non più la loro competizione; il passo parallelo da                   compiersi sarà la bonifica dei terreni cementificati                   ed abbandonati dalla popolazione metropolitana. Questo processo                   di profonda trasformazione socio-strutturale sarà impresa                   tutt’altro che semplice ma necessaria all’ecosistema, a cui                   non possiamo, per ora, rinunciare; è implicito che le                   aree metropolitane, una volta bonificate dal cemento in eccesso,                   potranno ospitare esse stesse configurazioni urbanistiche della                   stessa tipologia dei villaggi satellite.
  
					  Light city (reti neurali):

CAPITOLO 1
“Sulla porta del laboratorio Light City della scuola”
Il visitatore del modello può leggere                   questo scritto:
							  
							  “Già da parecchi anni la Scuola Cesareo promuove una                   didattica atta a sviluppare un sistema territoriale e socio-economico                   alternativo a quello improprio che stiamo attualmente soffrendo. 
							  Gli scenari che potrete osservare nel laboratorio attiguo rappresentano                   una proiezione virtuale ma auspicabile di un modello di sostenibilità                   globale, informato, espresso con originalità dagli studenti                   delle terze classi di questa scuola media e coerente agli orientamenti                   delle università europee più prestigiose.
							  I ragazzi hanno ottimizzato attraverso la loro sensibilità,                   virtù e fantasia, le linee guida di uno scenario del                   futuro prossimo rinnovato nel rapporto amorevole tra i mille                   volti della realtà che ci circonda e compenetra.
							  L’obiettivo che ci si prefigge è la riqualificazione                   ambientale del territorio e la sua interazione con le famiglie:                   le stesse torneranno a viverlo, non più nelle anacronistiche                   corone metropolitane ma in modo diffuso, nelle aree agricole,                   oggi ignorate da attività umane adattate alla metropoli                   e spesso non dignitose per la persona. Il rilancio di una edilizia                   fondata su una bioarchitettura radicale è automatico.
							  Attraverso auspicabili fattorie sinergiche, autosufficienti                   energeticamente, le società del futuro si autogestiranno                   autonomamente col ritorno all’agricoltura ed all’allevamento.
							  La maggior parte delle attività intellettuali avverrà                   con interazione energetica e non più attraverso il trasferimento                   di materia; non più angoscia per il posto di lavoro,                   per i capricci della finanza, per la politica insana, per la                   qualità e il prezzo del cibo, per i rifiuti, che con                   l’avvento nanocellulose diverranno biodegradabili. Le famiglie                   selezioneranno, coltiveranno e alleveranno direttamente specie                   naturali, annichilendo progressivamente clonazioni ed OGM.
							  Potrete considerare nella sala attigua la simbolica riqualificazione                   agraria dell’area metropolitana della Conca d’Oro – Palermo,                   oggi pesantemente cementificata.
							  I ragazzi hanno previsto entro il 2050 la progressiva demolizione                   degli edifici rottamabili, la bonifica agraria dei suoli recuperati                   ed il trasferimento della popolazione residente nei villaggi                   satellite, all’interno del triangolo territoriale Ciminna –                    Villafrati Vicari” [link].
CAPITOLO 2
“Razzo con trazione a spinta”
							  (La nuova strategia del baratto in rete per una economia sostenibile)
È una similitudine condita di ironia;                   il titolo vuol essere l’immagine della “coerenza” tra il nostro                   modus vivendi paradossale e ciò che invece la tecnologia                   attuale ci permetterebbe di regalare all’ambiente nonchè                   a noi stessi.
							  Alcuni esempi:
							  [link]
							  [link]
							  [link]
  
							  La scienza riduzionista, finora, è sembrata indifferente                   all’intelligenza ambientale; è rannicchiata e gestita                   dalla venalità.
							  La Terra appare ancora sana; dov’è però il punto                   di non ritorno?
							  La stessa Terra è sempre più compromessa dalla                   sterilizzazione, per svariate cause, naturali ed artificiali,                   interagenti.
							  Il dominio sconfinato dei grandi potentati finanziari droga                   i popoli, soggiogandoli in schiavitù mascherate da ingannevoli                   e insani godimenti sociali.
							  Tuttavia, come altre volte nella storia è avvenuto, la                   tecnologia che accompagna un sistema oppressivo, può                   mutarsi in speranza di rinascita.
							  Il cavallo di Troia della rete è oggi una strategia dinamica                   e pulsante; sublima in se l’intelligenza scientifica ed emergente,                   prima descritta come ricerca assurdamente retorica e settoriale.
							  In modo paradossale rispetto alle architetture gestite dei grandi                   interessi economici, oggi l’informazione globale è contemplabile                   nella sua pienezza; diffusa nella mangiatoia del WEB a disposizione                   di massaie e studenti, di artigiani e musicisti, di attori ed                   insegnanti. L’interattività, il tempo reale, la lettura                   oggettiva degli avvenimenti e la minore sudditanza dal filtraggio                   giornalistico, danno a chiare lettere il senso alla possibilità                   di una genesi sociale mai sperimentata prima.
							  Assistiamo al già dilagante fenomeno reattivo di grandi                   masse di internauti informati, colti come mai, divenuti potenti                   di una conoscenza talmente variegata ed efficace, al punto da                   ostacolare o addirittura smascherare strumentalizzazioni ed                   inganni provenienti da caste corrotte ed immorali che da troppo                   tempo, profittando delle tenebre della consapevolezza, tormentano                   e disorientano i popoli.
							  Certo, le stesse caste sono reattive ed acute; cercano di adattarsi                   alla nuova minaccia rappresentata dalla diffusione di Internet                   per neutralizzarne l’efficacia sociale; la lotta continua e                   ne è plateale il dualismo dei contendenti: consapevolezza                   versus inganno.
							  Continuare ad ignorare le imperiose opportunità di risveglio                   che la rete ci offre, solo perché l’abitudine consente                   una pigrizia piacevolmente distesa sulla consuetudine, è                   masochista e sacrilego. Tuttavia moltissimi tendono a banalizzare                   e rendere sterile la promessa di rigenerazione del WEB, usandolo                   con superficialità, per sollazzo o da praticoni.
							  Auspicando invece sana buona volontà nel cogliere le                   opportunità offerte dall’informatica, confidando nelle                   persone armate di sacro entusiasmo, disposte ad approfondire                   e ricercare, mi accingo ora a suggerire la genesi del mosaico                   di una nuova presenza, considerando, per iniziare: il sistema                   del baratto informatico, in sostituzione allo scambio monotematico                   tra beni e soldi, che tanto disagio da al mondo.
							  La premessa necessaria, per rendere efficace quanto indico,                   è uno scenario del futuro prossimo, per ora solo virtuale,                   con Light City in fase di discreta operatività e cioè:
							  - un buon numero di Fattorie al posto di metropoli;
							  - un buon numero di “Città” al posto di prigioni di cemento                   metropolitano;
							  - un buon numero di famiglie che negli agglomerari urbani e                   fuori di essi, nelle fattorie autosostenibili, si sostituiscano                   alle multinazionali nella conduzione di un Primario biologico                   e ricco di naturale biodiversità, sano. È importante                   che la residenza coincida con la fattoria stessa e che si tengano                   d’occhio coltivazioni e armenti;
							  - un certo rapporto di Interdipendenza economico-informativa                   tra cellule territoriali autosufficienti;
							  - una Riduzione drastica di fattori socio-climatici anomali,                   dipendenti da pratiche di sviluppo improprio, ivi compresa l’esplosione                   demografica nei paesi a basso livello culturale o con religiosità                   opprimenti [link];
							  - un deciso ridimensionamento dell’uso del denaro come modulo                   di riferimento dell’economia; e questo per i seguenti motivi:
							  la carta moneta in circolazione è sempre meno lo specchio                   del benessere, in quanto il valore nominale e quello reale,                   coniugato al relativo PIL legato al saccheggio di risorse ambientali                   perpetuato per ottenerlo, appaiono sempre più come parametri                   totalmente disgiunti dai livelli di entropia man mano più                   esponenziali che la società industriale produce.
							  Un ritorno sistemico al Primario ed all’Artigianato, parcellizzati,                   affiancati ad un sistema industriale basato su nanocellulose,                   Idrogeno, fusione fredda, onde elettromagnetiche e quant’altro                   è in via di sperimentazione, non interromperebbe la crescita                   di entropia ma la confinerebbe in un range di valori prossimi                   a quelli naturali, accettabili.
  
							  Di seguito si evidenzia schematicamente un esempio di triangolazione                   del baratto in rete; e ciò come antidoto al potere dittatoriale                   rappresentato da denaro e finanza mondiale per lo scambio di                   merci:

					  
1) LA FATTORIA Q
							  - CERCA un servizio di Murano dell’Ottocento;
							  - OFFRE un trattore Same da 100 Cv;
							  - inoltre, come valori frazionabili di qualità (per il                   problema del resto), produce e dispone di 1.300 l di olio di                   oliva, 350 l di vino, 1.300 Kg di riso Basmati integrale, denaro                   eventualmente a disposizione: 5.600 €.
  
							  2) L’UTENTE H (cittadino)
							  - OFFRE ll servizio di Murano dell’Ottocento;
							  - CERCA due sintetizzatori Minimoog;
							  - inoltre, come valori frazionabili di qualità (per il                   problema del resto) dispone di 65 Kg di miele (acquistate da                   altra fattoria), denaro eventualmente a disposizione: 78.000                    €.
  
							  3) LA FATTORIA W
							  - OFFRE due sintetizzatori Minimoog;
							  - CERCA un trattore Same 100 Cv;
							  - inoltre come valori frazionabili di qualità (per il                   problema del resto) produce e dispone di 5.600 Kg di grano,                   6.500 Kg di soia, 250 prosciutti con pezzame medio da 5 Kg,                   denaro eventualmente a disposizione: 59.000 €.
  
							  La triangolazione dello schema in alto si amplia a livello globale,                   espandendosi a tutti gli utenti interessati a barattare generi                   analoghi a quelli fondamentali richiesti dai tre operatori principali                   già descritti. Gli stessi beni vengono evidenziati in                   graduatorie decrescenti che risentono dell'effetto dell'allontanamento                   progressivo dai parametri richiesti dalla transazione fondamentale                   (valore, marca, anno di costruzione, distanza e, nel caso di                   alimenti: scadenza, varietà', luogo di produzione, anni                   di invecchiamento, etc.)
							  La triangolazione espansa del baratto in rete segue lo schema                   riportato in basso:

 La scelta finale delle transazioni spetta                   agli utenti interessati.
							  
							  La triangolazione avviene rapidamente grazie ai portali dedicati                   ed alla velocità di calcolo dei motori di ricerca; gli                   utenti iscritti sul portale hanno tracciabilità e valutazione                   di affidabilità verificabili; organi di controllo efficaci                   garantiranno sempre di più gli scambi.
							  Il valore delle merci può essere quantificato in denaro                   o in beni di qualità e prima necessità: olio,                   vino, miele, grano, etc.
							  Il sistema informatico sarà programmato in modo da fornire                   una elencazione gerarchica di indicatori salienti riguardo la                   convenienza degli scambi. Gli utenti possibilmente coinvolti                   alla triangolazione vengono elencati in base a caratteristiche                   opportunamente disposte dall’operatore, il quale esegue una                   selezione cronologica delle opportunità di baratto in                   base al rating delle persone coinvolte, alla distanza delle                   merci, al periodo di produzione o di scadenza degli alimenti,                   alla quantità di denaro o altri beni messi a disposizione                   come resto ed alla tipologia di alimento desiderata.
							  Può così essere auspicabile uno scenario futuro                   in cui la triangolazione divenga pratica diffusa; molti parametri                   di tipicità, al momento inesistenti, prenderebbero forma                   quasi dal nulla.
							  Coltivazioni e prodotti DOC, identificabili per tipologia, fattoria                   di provenienza, qualità della terra, luogo geografico,                   diverrebbero peculiarità importanti e caratteristiche                   di molteplicità, utili nella commercializzazione delle                   merci.
							  Una mia considerazione finale riguardo al capitolo:
  “Fame – soldi – cibo”: questa è la storia delle civiltà;
  “Fame – ambiente – cibo”: questo è il futuro della civiltà.







CAPITOLO 3
Negentropia del Sistema
Il Secondo Principio della Termodinamica è                   la nostra spada di Damocle, sempre più incombente, si                   ripropone costantemente alla considerazione di chi lo valuta;                   l’Entropia è in ascesa esponenziale nell’ambiente, Le                   cause di questo aumento coincidono sostanzialmente con le attività                   umane legate al nostro divenire sempre più asserviti                   ad un cieco sfruttamento delle risorse.
							  Ormai è chiaro anche all’uomo medio: il nostro modo di                   configurarci sul pianeta sta provocando non solo l’estinzione                   accelerata delle specie che ci stanno accanto ma anche della                   stessa umanità, intesa sia moralmente che fisicamente                   e ciò in quanto l’abitante della metropoli è da                   tempo diagnosticato come una persona psichicamente disagiata,                   in cui sono presenti disturbi legati alla mancanza di equilibrio                   naturale nel suo stile di vita. Le metropoli stesse “bruciano”                    terreno agrario, sterilizzando la Terra ad un ritmo insostenibile;                   questo innescherà processi di modifica ambientale sostanziali,                   noi esseri umani potremmo essere scartati dal sistema dinamico                   che prima o poi emergerà, sostituendosi a quello attuale;                   la fisica degli spaghetti insegna: un sistema fisico, che può                   essere espresso dall’interazione di uno spaghetto crudo con                   lo strumento di misura rappresentato dalle nostre mani, implica                   la realtà di una rottura dello stesso spaghetto in un                   punto assolutamente imprevedibile (Massimiliano Sassoli de Bianchi:                   Heisenberg e la fisica degli spaghetti).
							  Tra l’altro, dobbiamo considerare che sostanziali cambiamenti                   climatici provocati dal nostro comportamento, potranno provocare                   esodi di popolazioni in altre zone del pianeta… ma le piante                   non possono trasferirsi.. ed il loro futuro è anche il                   nostro.
							  È importante correggerci ed adeguarci alla bisogna; non                   ci mancano le risorse per affrontare questa metamorfosi comportamentale;                   la stessa richiede, vista la velocità delle trasformazioni                   ambientali in atto, una certa solerzia e notevole condivisione.                   La pratica suicida di immettere disordine nell’ambiente, specie                   attraverso i combustibili fossili va assolutamente ridimensionata,                   non necessariamente cancellata; sarebbe immotivato ed estremista                   il voler stigmatizzarne l’uso assoluto; a questo punto, per                   rimanere coerenti con questa intransigenza, toccherebbe disperarsi                   anche per le eruzioni vulcaniche o per gli incendi boschivi;                   no, il pianeta non esige sterili comportamenti impeccabili da                   parte dei suoi ospiti, ma detesta gli abusi.
							  Una equilibrata riserva nei confronti di una dottrina ambientale                   integralista riguarda anche l’uso del denaro, che è uno                   strumento molto comodo per gli scambi; ma solo se usato con                   parsimonia e unitamente ad altri beni o sistemi di baratto.
							  È molto bello il riferimento ad una famosa considerazione                   di San Giovanni Bosco, che paragona i soldi al letame: “poco,                   fa bene; tanto, brucia le piante”.
							  In generale, ritengo si possa auspicare con un certo ottimismo                   il cambio di paradigma riguardo la nostra interazione col sistema                   Terra, creato per ospitarci; è importante però                   chiarire e diffondere bene alcuni concetti basilari, tesi a                   motivare le persone al cambiamento comportamentale; mi riferisco                   ad una coscienziosa e diffusa valutazione della realtà                   che condividiamo e all’osservazione di un’ altra realtà                   possibile, che potremmo coltivare da persone sensibili e prossime                   attraverso semplice coerenza tra buon senso e tecnologie sostenibili.
							  Si consideri a tal fine quanto di seguito esposto:
							  All’opposto dell’Entropia, in continua crescita nell’universo,                   la quantità di Sintropia o Entropia negativa è,                   in modo paradossale, direttamente proporzionale alla quantità                   di vita presente in un intorno ambientale; cos’è la vita?                   Possiamo provare a definirla come la “Proprietà emergente                   di una creatura”. Nel processo di sviluppo di qualsiasi forma                   di vita non c’è aumento di disordine; un bambino che                   cresce, esprime una continua evoluzione armonica che lo modifica                   in modo sempre più equilibrato.
							  Lo stesso principio può essere esteso a tutti i sistemi                   biologici.
							  L’uomo rappresenta però il traguardo finale delle forme                   viventi; si sublima nella configurazione ottimale dell’anatomia;                   ciò è necessario affinché la materia divenga                   cosciente di Essere (per chi volesse interessarsi all’argomento,                   può integrarlo trovando riferimenti analoghi sulla voce:                    “Principio Antropico”).
							  Si è da tempo giunti alla considerazione, fisica e filosofica,                   che sia proprio la coscienza il direttore d’orchestra in grado                   di indicare alla materia-energia come comportarsi per divenire,                   come corpo umano, l’interfaccia ideale tra la stessa coscienza                   e l’arena Terra. Mirabile a questo riguardo è la interpretazione                   di David Bohm, che ha, nella formalizzazione del Potenziale                   Quantico (Onda Pilota), una ispirata visione dell'interazione                   tra Coscienza e Materia/Energia.
“Esistenza di dinamiche similmentali di origine non umana” (D. Aerts)
Mi chiedo se possiamo auspicarci per il futuro prossimo la                   sublimazione del corpo al posto della morte; ciò è                   contenuto nel mistero della Sindone.
							  Riguardo all’arena del gioco che ci coinvolge, è universale                   chiedersi: 
							  dove è localizzata la vita?
							  Sicuramente sul Pianeta Terra.
					  
E, forse, da qualche altra parte nell’universo; stiamo cercando,                   anche se questa ricerca, effettuata con leviatanici capitali,                   non mi sembra proprio cristallina nelle sue finalità.
							  Ho sentito parecchi scienziati denigrare il ruolo cosciente                   della Terra, per descriverla invece come un pianetino marginale                   di uno sperduto sistema solare; e ciò, nonostante la                   stessa Terra possegga stupefacenti interazioni intelligenti.                   Questo è disdicevole, perché, a ben considerare,                   l’universo appare troppo piccolo per poter generare casualmente                   un meccanismo di imperscrutabile complessità come il                   pianeta Gaia.
							  Sarebbe come ostinarsi a ricercare tra gli infiniti ciottoli                   di una spiaggia, un sasso che, in modo assolutamente imprevedibile,                   la natura avesse sagomato esattamente come un orologio, perfettamente                   funzionante.
							  In realtà, la possibilità che la Terra provenga                   da una combinazione fortuita è enormemente più                   improbabile rispetto a quella dell’orologio generato tra i ciottoli.                   Questo non vuol dire che non possa esistere un altro pianeta                   dove i suoi abitanti pesino quanto spingano, anzi, mi piace                   pensare alla frase del Padre Nostro: “Sia fatta la tua volontà                   così in cielo come in terra”, non posso però riferirmi                   alla casualità, bensì alla coscienza, che per                   gli scienziati atei (70%) rappresenta una realtà tanto                   materialista quanto metafisica e per un credente, quale io sono,                   la volontà di Dio (libertà creaturale docet).
							  Da un punto di vista formale l’argomento può essere osservato                   anche attraverso la famosa relazione di Einstein tra massa ed                   energia ma estesa alla quantità di moto.
							  Cioè dalla relatività ristretta, così espressa:                   E^2=m^2c^4+p^2c^2
							  Da questa equazione quadratica si ottengono due soluzioni: +-                   E.
							  Una energia negativa accompagnerebbe l'implicazione che il tempo                   possa anche scorrere all'inverso.
							  Ma andiamo con ordine:
							  Nella fisica classica si esprime l'energia cinetica con la formula                   E=1/2mv^2
							  questa relazione esprime il lavoro che una forza deve esercitare                   per portare un punto materiale dalla velocità 0 rispetto                   ad un osservatore, alla velocità v; quindi il lavoro                   che va fatto da una forza su questo punto materiale per portarlo                   dalla quiete alla velocità v, rispetto a quell'osservatore,                   è 1/2mv^2.
							  Se il corpo rimane in quiete questo lavoro è 0.
							  In 1/2mv^2 diventa 0 se v è 0 - quindi l'energia cinetica                   in un contesto classico si annulla se la velocità del                   corpo è 0; il corpo non ha movimento rispetto a quell'osservatore                   e quindi la sua energia cinetica nel sistema solidale con quell'osservatore                   è 0.
							  Nella relatività ristretta, il tempo diventa una quarta                   coordinata dello spazio:
							  E=mc^2
							  Se si ha un punto materiale in quiete nello spazio, però                   quel punto materiale è sempre in movimento nel tempo,                   perché esiste come oggetto persistente in un intervallo                   di tempo. Quindi, il punto materiale in oggetto, considerato                   in un intervallo di tempo, è una linea.
							  Detta linea, descritta dal punto materiale nel tempo, ha due                   estremi, che sono gli estremi dell'intervallo cronologico che                   si sta considerando.
							  Quindi, il movimento in relatività, a differenza della                   fisica classica, non sparisce mai. Anche quando un corpo è                   in quiete rispetto ad un osservatore, è in moto comunque                   nella direzione temporale.
							  Il concetto di energia cinetica resta lo stesso tanto in relatività                   quanto in fisica classica, preesistente.
							  Cos'è mc^2 che da l'energia residua che un corpo ha quando                   è in quiete?
							  Che è la sua energia cinetica di movimento nel tempo?
							  È il lavoro che bisogna fare su un corpo in quiete nel                   tempo, cioè che non esiste, per metterlo in movimento                   nel tempo, cioè per farlo esistere.
							  Viceversa, è il lavoro di resistenza che bisogna fare                   su un corpo in movimento nel tempo, cioè che esiste,                   per metterlo in quiete nel tempo, cioè per non farlo                   esistere più.
							  In altri termini, è il lavoro che bisogna fare per creare                   quel punto materiale o per annichilarlo, per distruggerlo, per                   farlo sparire.
							  Ai tempi di Einstein questa cosa non fu capita perché                   a quei tempi, nel 1905, gli unici corpi di cui si aveva conoscenza                   erano i corpi fisici macroscopici, cioè quelli di cui                   abbiamo esperienza quotidiana; che certamente non compaiono                   dal nulla e non scompaiono nel nulla. La cosa divenne chiara                   solo molti anni dopo, quando si studiarono le particelle elementari;                   perché invece le stesse fanno proprio questo; le particelle                   elementari possono apparire in quelli che si chiamano eventi                   di interazione, dove vengono create e possono sparire in altri                   eventi di interazione, dove vengono annichilate, distrutte.
							  Allora, la cosiddetta energia di quiete della particella, è                   proprio l'energia minima che è necessaria per la creazione                   di quella particella, in un vertice di interazione, oppure l'energia                   che viene rilasciata dall'annichilazione di quella particella                   in un vertice di interazione.
							  Il significato di E=mc^2 è questo e ciò apre ovviamente                   nuove prospettive che nella fisica classica non erano ovviamente                   intuibili.
							  La trasmutazione delle particelle era inconcepibile nella fisica                   classica; diventa concepibile in questo nuovo quadro, reso possibile                   dalla relatività di Einstein.
							  E^2=m^2c^4+p^2c^2
							  Secondo l'algebra di Dirac, questo è il contributo a                   E^2 che deriva dal movimento.
							  Mentre m^2c^4 è la parte che si lega al movimento nel                   tempo, quindi alla semplice esistenza fisica del punto materiale;                   p^2c^2 è la parte dell'energia cinetica che è                   legata al suo movimento nelle coordinate spaziali, cioè                   proprio movimento come viene comunemente inteso, infatti p,                   la quantità di moto, si azzera quando il corpo è                   fermo.
							  L'equazione E^2=m^2c^4+p^2c^2 ha come soluzioni +- E
							  -E implica che il tempo scorra all'inverso,
							  anche se è più corretto dire che il tempo stesso                   è immoto ed è la realtà a scorrere all’inverso.
							  Soluzioni ad energia negativa sono presenti anche nell’equazione                   relativistica di Dirac e descrivono le particelle di antimateria.
							  Ciò è molto affascinante e implica la parzialità                   del Terzo Principio della Dinamica di Newton. Azione e Reazione,                   viste come principio di causa ed effetto, non sarebbero più                   il cardine delle trasformazioni nell’universo ma appare più                   evoluto affiancarle al principio, sintropico, della causa futura                   che genera un effetto mirato a configurarla: Terra per la Vita                   nel nostro caso particolare; in questa realtà, così                   allargata, il posto per il metodo scientifico si restringe ed                   acquisiscono sempre più valore le anomalie (Padre Pio,                   Natuzza Evolo ed altre).
							  Il connubio Entropia - Negentropia confermerebbe ancora una                   volta l’atemporalità della coscienza e la sua intelligenza;                   chiarirebbe, una volta per tutte, la malafede della maggior                   parte degli scienziati, colpevoli di aver viziato la scienza                   ufficiale nel verso di un dogmatico rifiuto di tutto ciò                   che allontani dal materialismo più bieco.
							  Del resto, basta effettuare una breve panoramica in rete per                   rendersi conto di come la correlazione quantistica e il fenomeno                   dell’entanglement siano realtà universali rispetto allo                   spazio tempo così come noi lo consideriamo nei sistemi                   macroscopici, gli stessi sistemi macroscopici però posseggono                   un senso che è racchiuso nel significato intimo della                   materia, miliardi di ordini di grandezza più in basso.                   Si sta considerando con sempre maggiore attenzione la ricerca                   di un “ponte” tra fisica subatomica e meccanica classica, secondo                   diversi insigni scienziati rappresentato da acqua, idrogeno,                   microtubuli neuronali, Carbonio7, o altro; non c’è nulla                   di definitivo ma esiste la fiduciosa consapevolezza di risultati                   futuri, i computer quantistici, ancora primordiali ma basati                   sulla teoria dell’informazione quantistica, dimostrano la realtà                   totale di questi concetti.
							  Se la scienza rappresenta il nostro sesto senso, col quale espandiamo                   la la nostra percezione della realtà, potrà allora                   una scienza avanzata nel misticismo permetterci bilocazioni                   ed effetto tunneling così come avviene, ad es., nell’interpretazione                   a molti mondi della fisica quantistica? Sappiamo che questi                   fenomeni nel macrocosmo sono probabili, ma non riproducibili                   scientificamente; riguardano personaggi dotati di grande e particolare                   spiritualità. 
							  L’implementazione di un ambiente light city si ripropone anche                   di gettare le basi ad una evoluzione in tal senso, innanzitutto                   partendo da una maggiore armonia tra uomini e ambiente; la crescita                   di verde è direttamente proporzionale all’aumento di                   negentropia che coinvolge tutto l’intorno ambientale. Io stesso                   verificai su cartografie storiche in una ricerca al Politecnico                   di Milano negli anni ‘80, come l’applicazione dell’indice di                   fabbricabilità 0,03 mc/mq implichi maggiore ubertosità                   dei suoli rispetto al loro abbandono antropico o, all’opposto,                   all’applicazione di un indice di fabbricabilità superiore                   che, si osserva, tende a sterilizzare il terreno; ricordo a                   chi legge che una migliore vegetazione implica, come effetto                   finale, migliore albedo. 
							  Mi sembra doveroso dare spazio in questo capitolo alla figura                   del matematico italiano Luigi Fantappiè che, per la sua                   genialità ed i suoi altissimi meriti entrò a far                   parte, invitato da Robert Oppenheimer, dell’Istitute for Advanced                   Study di Princeton, a fianco di Kurt Godel, Einstein, John von                   Newmann, John Wheeler, tanto per citare solo qualche nome.
							  Quando Fantappiè, con i suoi studi sulla Sintropia, boicottò                   la versione “politica” della relatività ristretta (E=mc^2),                   in quanto la stessa, secondo lo scienziato italiano, ometteva                   la possibilità che la vita provenisse dalla realtà                   futura, allora fu isolato e smontato professionalmente, reo                   di aver creato commistione tra scienza e fede, nonché                   di aver messo in discussione il principio materialista della                   causa-effetto. Ancora oggi la figura di questo grande matematico,                   non inferiore come prestigio a Fermi, è messa in ombra;                   addirittura è verificabile il giudizio tagliente e sbrigativo                   su di lui da parte del sito MATEpristem dell’università                   Bocconi, alla voce Luigi Fantaippè dice: “…Lasciò                   un centinaio di lavori di cui il più notevole è                   un’ampia memoria sui funzionali analitici, fondata su un geniale                   trasporto della formula fondamentale di Cauchy dal calcolo delle                   funzioni di variabile complessa a quello funzionale. Negli ultimi                   anni si occupò pure di questioni scientifico-filosofiche                   (relatività finale) ma con esiti discutibili” [link].
							  Nonostante Einstein avesse impiegato buona parte del suo pensiero                   per ricercare un’unica legge del tutto, nel caso della relatività                   ristretta si contraddisse parecchio, rese monca la famosa relazione                   dell’energia, ignorando la massa relativistica e considerando                   i corpi a riposo, fu costretto però ad integrarla con                   la quantità di moto p che produce l’energia p^2c^2 quando                   nel 1924 Wolfgang Pauli scoprì che lo spin degli elettroni                   è prossimo alla velocità della luce.
							  Ma matematica e fisica non sono discipline che permettano politiche                   di convenienza.
							  Del resto Fantappiè non fu il solo insigne scienziato                   ad occuparsi di Sintropia; il ben più famoso Erwin Schroedinger                   (premio Nobel per la Fisica), attraverso i suoi studi sul legame                   tra Negentropia e Vita, creò le basi per la scoperta                   del DNA.
							  Lo scienziato austriaco descrisse i processi di entropia negativa                   come realtà programmate nel futuro in grado di creare                   oasi di Negentropia in evoluzione simbiotica dal passato; ricordo                   a chi legge che le prove laboratoriali in tal senso esistono                   e riguardano l’esperimento avanzato della doppia fenditura,                   in cui l’osservatore, posto tra fenditure e schermo, osservando                   la natura ondulatoria di un elettrone solo dopo che l’interferenza                   dello stesso ha superato le fenditure, la cambia, da ondulatoria                   in corpuscolare, fin nella realtà passata, indietro cronologicamente.
							  Lo stesso fenomeno dell’entanglement ci suggerisce quanto il                   nostro concetto di realtà temporale non rappresenti che                   un sottoinsieme dell’Uno che ci contiene. 
							  La vita, secondo Schroedinger, è una emergenza anomala                   rispetto al resto della materia, è in grado di invertire                   la freccia dell’entropia; non per questo apparirebbe violato                   il Secondo Principio della Termodinamica; semplicemente, la                   vita stessa, assorbendo entropia negativa dall’ambiente sotto                   forma di cibo, ma aggiungerei anche ossigeno, acqua e.. spiritualità,                   rilascia poi entropia come fase finale del processo metabolico;                   una volta utilizzati e trasformati chimicamente, gli elementi                   assunti e disordinati, tornano all’ambiente, rispettando così                   il bilancio termodinamico.
							  È da considerarsi tuttavia come, nel ciclo biologico,                   anche la quantità di entropia rilasciata sotto forma                   di prodotto di scarto dagli organismi, divenga a sua volta cibo                   per altre forme di vita, come, ad es., l’anidride carbonica                   per le piante; si innesta così un riciclo vantaggioso                   di portata simil eterna; basti considerare un prato; sullo stesso                   possono alternarsi per millenni innumerevoli forme di vita interagenti,                   senza che particolari effetti di disordine siano manifesti in                   modo ridondante. In pratica, se si osserva la natura, non si                   percepisce una dominanza di morte; ma di vita, perennemente;                   ciò rappresenta esattamente l’opposto del nostro disastroso                   modello di sviluppo industriale.
							  La Terra e la Vita che porta in seno hanno come attrici proprio                   quelle sostanze paradossalmente presenti in rapporti ed emergenze                   uniche solo sul nostro pianeta, fino a prova contraria.
							  La scienza della complessità, figure premi Nobel come                   Ilya Prigogine e Murray Gell-Mann, ci hanno aiutato a comprendere                   i meccanismi delle strutture dissipative, in grado, nel corso                   della vita, di individuare nella stessa un fenomeno isolato                   o comunque raro a scala universale.
							  Ciò è sicuramente enigmatico ed affascinante e                   ci suggerisce un assoluto rispetto per la madre Terra in quanto                   creatura ed unico posto dove possiamo vivere e riprodurci mantenendo                   il nostro equilibrio e la nostra simmetria dinamica.
							  Potrei considerare diretta ed efficace la coerenza del modello                   Light city con le valutazioni scientifico-filosofiche appena                   esposte in questo capitolo, tuttavia non vorrei che ci si basasse,                   in generale, su aspetti che potrebbero essere interpretati come                   parziali o faziosi; le motivazioni che mi inducono a proporre                   il modello che suggerisco travalicano la trattazione termodinamica                   o quantistica e comprendono realtà di carattere interdisciplinare,                   convergenti verso scelte sistemiche di tipo comportamentale,                   economico, strutturale, urbanistico e sociale. È l’emergenza                   disciplinare e metafisica a racchiudere la verità che                   tutti noi ricerchiamo. Concludendo, la competizione tra i sistemi                   urbani e l’agricoltura per l’uso della risorsa suolo è                   ormai fondamentale si trasformi in interazione e perda l’aspetto                   di un conflitto tra antagonisti. L’individuazione sia delle                   problematiche emergenti, evidenti alla luce del sole, che di                   una riconfigurazione opportuna del futuro nostro habitat, non                   potranno che portarci verso l’abbandono di molti modelli ormai                   viziati, legati in modo cronico alle tipologie di sviluppo improprio                   che stiamo soffrendo; il fine è rendere ubertoso il pianeta,                   a parte l’intuito che ci porta in quel senso, abbiamo evidenti                   prove che più vita crea ancora più vita.
							  La conversione agrario-informatica dell’umanità futura,                   basata su una pratica ambientale diretta nonché su connessione                   energetica globale, fornirà cibo di qualità alle                   persone, che parallelamente alle attività primarie si                   dedicheranno ai servizi in rete ed al secondario biologico;                   l’utilizzo di nanotecnologie e nanocellulose renderà                   sempre più immacolato l’ambiente; è bello pensare                   ad un cruscotto d’auto realizzato con nanocellulose ed abbandonato                   in un campo che lentamente si decompone divenendo concime così                   come un buccia di banana. Un modello di vita siffatto, in cui                   le code e il traffico resteranno solo un ricordo, non potrà                   che tradursi in qualità e quantità di vita: le                   famiglie potranno realizzare una selezione alimentare di alto                   livello energetico, tanto autonoma quanto naturale. Si combatterà                   così il degrado ambientale, pilotato dalla finanza mondiale                   attraverso l’economia del carbonio ad entropia in crescita esponenziale;                   land grabbing, cementificazione, OGM, pesticidi, alti costi                   di trasformazione e distribuzione di cibo sempre più                   caro e sempre più scadente è fondamentale diventino                   mostruosità appartenenti alla storia passata [link].
  
							  Fame – soldi – cibo: questa è la storia delle civiltà
							  Fame – ambiente – cibo: questo è il futuro della civiltà
CAPITOLO 4
Ipotesi di attuazioni economiche del modello
Sarebbe veramente arduo ed anche pretenzioso                   tentare di individuare un sistema economico ideale adatto a                   modificare globalmente l’urbanistica mondiale nel verso del                   modello in oggetto.
							  Tuttavia posso proporre un ventaglio di soluzioni che potrebbero                   risultare efficaci, anche attraverso la permutazione o la modifica                   delle fasi da seguire per la sequenza delle operazioni di trasformazione                   territoriale. Il riferimento all'Economia Keinesiana ritengo                   sia quanto mai attuale ed efficace nella auspicabile metamorfosi                   strutturale proposta da Light City.
							  Il caso Sicilia: procedura di attuazione
							  Il territorio siciliano è caratterizzato da una fascia                   litoranea fertilissima e pianeggiante, larga mediamente qualche                   centinaio di metri, un tempo la stessa era parzialmente evitata                   dalla popolazione in quanto acquitrinosa e malarica.
							  Durante il periodo fascista fu bonificata.
							  Ne conseguì una intensa attività agricola ed industriale;                   l’industria stessa viene concepita dai siciliani prettamente                   come edilizia.
							  L’edilizia residenziale e la politica delle raffinerie, durante                   quest’ultimo mezzo secolo, hanno spezzato il diaframma d’equilibrio                   ambientale ed hanno devastato la bellezza e la preziosità                   dei suoli alluvionali costieri; la metropoii siciliana coincide                   col periplo costiero dell’isola.
							  Non si può dire che questo processo di distruzione delle                   risorse ambientali sia stato solo un fenomeno locale; dovunque                   è così, solo che la Sicilia è un’isola                   unica e la superficialità con cui ne è stato pianificato                   il territorio è doppiamente colpevole.
							  Il processo di risanamento delle cementificazioni fino ad oggi                   effettuate è imperniato sulla inutilità e dannosità                   di gran parte degli edifici realizzati; gli stessi, specie condomini                   insistenti nelle aree periferiche delle città litoranee                   siciliane, cominciano a divenire fatiscenti e rendono il paesaggio                   urbano assolutamente angoscioso col risultato opposto a quello                   per cui erano stati costruiti: fanno scappare turisti, residenti                   e pendolari.
							  Così come nel resto del mondo, la presenza fisica delle                   persone in una metropoli non è più necessaria                   , visto il trasferimento d’energia, possibile con la interattività;                   e ciò fino al 90% della totalità dei servizi.
							  D’altro canto, la mano d’opera industriale nella regione è                   molto limitata; non ci sono, a parte le raffinerie, grandi industrie.                   A parte questo, gli addetti nel settore industriale sono in                   gran parte sostituiti da hardware e software.
Ipotesi 1
							  
							  Lo Stato individua e gestisce attraverso la Pianificazione Territoriale                   le aree da destinare al sistema di sviluppo Light city, dando                   la possibilità, a chi ne abbia interesse, di acquistare                   ad un prezzo molto accessibile un terreno, per lo più                   non costiero, in cui realizzare una fattoria sostenibile. Le                   spese per il privato si aggireranno globalmente, tra terreno                   e fattoria, a quelle per un appartamento in un condominio metropolitano.
							  Vengono creati alla bisogna dal Ministero per l’Agricoltura                   enti preposti alla decostruzione, simili all’E.S.A ad es., o                   all’Opera Sila dei tempi di De Gasperi, che si occuperebbero                   degli abbattimenti degli edifici metropolitani individuati come                   rottamabili, del ricompostaggio dei suoli riottenuti e delle                   costruzioni nei greens (villaggi light city).
							  Il basso impatto finanziario a carico degli acquirenti dei terreni                   greens è auspicabile attraverso alcuni meccanismi legislativi                   possibili; il pianificatore pubblico individua le aree omogenee                   di tipo light city su territori il cui valore di mercato è                   particolarmente basso: l’interno dell’isola, da un paio di chilometri                   in poi dal mare, ha un valore medio di circa un euro/m^2.
							  Su questo ambito si delimitano le zone d’intervento residenziale                   sostenibile, i villaggi (green) light city.
							  Il proprietario del terreno agricolo ove è stata individuata                   l’area di intervento non è obbligato a vendere la sua                   proprietà allo Stato, nel caso in cui lo faccia, il valore                   del fondo destinato al villaggio verrà acquistato al                   doppio del valore di mercato ma lo stesso valore rimarrà                   vincolato per gli anni a seguire ed incrementato solo attraverso                   scatti ISTAT, ciò eviterà speculazioni sullo stesso                   e nelle aree green limitrofe.
							  Da una indagine da me effettuata, la maggior parte dei proprietari                   dei terreni interni sarebbe disponibile alla vendita a questi                   prezzi.
							  L’intermediario tra proprietario ed acquirente del fondo sarebbe                   quindi lo Stato, che garantirebbe equità e trasparenza                   nelle transazioni.
							  Gli immobili in seguito realizzati nei villaggi light city,                   con indice 0,06mc/mq a tipologia a palificata, senza asportazione                   di humus, non sarebbero, per i primi venti anni, soggetti ad                   alcuna tassazione, inoltre dovrebbe essere concessa la facoltà                   di edificare magazzini, piccoli opifici, foresterie o altro                   con strutture precarie, senza l’asportazione del cappellaccio                   del terreno; questo tipo di strutture non rientrerebbe nell’indice                   indicato.
							  Il lotto minimo vendibile/acquistabile è ½ ettaro,                   il massimo due ettari.
							  Il tipo di edilizia realizzata nei greens potrà essere                   inserita nell’ambito della edilizia convenzionata, con aiuti                   pubblici.
							  Come lo Stato potrà far fronte a queste spese?
							  Ricordo che Roosvelt, durante la Grande Depressione, si basò                   proprio sul New Deal per risollevare l’economia americana, vero                   è che le migliori condizioni sociali, che di fatto ottenne,                   non risolsero i guai finanziari, che furono solo rimandati,                   però fu una politica temporaneamente vincente: in effetti                   la crisi si superò sostanzialmente con la seconda guerra                   mondiale; non vi è altro modo nel sistema capitalistico                   per risolvere il paradosso Finanza - Debito – PIL - Ambiente.
							  Nel caso in oggetto lo Stato non scommetterebbe il proprio futuro                   su economie industriali a forte tasso di entropia, ma investirebbe                   in vita.
							  I costi dell’implementazione del modello verrebbero ripagati                   da una risposta che si articola nel tempo, attraverso la cura                   del territorio, oggi profondamente compromesso.
							  Molte spese possono essere ridotte, ad es., sfruttando e potenziando                   infrastrutture già esistenti, reti elettriche che servono                   vecchi borghi o contrade, dotate, anche se parzialmente, di                   opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
							  Non vorrei essere retorico ma penso si debba considerare l’enorme                   quantità di denaro versata tutt’oggi dai contribuenti                   per tasse ed imposte che viene perduta nei meandri della corruzione                   politica.
							  Un tipo di investimento del genere, avrebbe un grande ritorno,                   in grado di giustificare ampiamente i sacrifici dei contribuenti,                   in questo caso il coscienzioso utilizzo di denaro pubblico sarebbe                   verificabile alla luce del sole.
							  La produzione biologica parcellizzata, la tipicità dei                   prodotti, la loro grande qualità, la autoproduzione di                   energia da fonti rinnovabili, innescherebbero un volano economico                   che rilancerebbe l’economia sia del turismo gastronomico che                   del turismo in generale, rivitalizzato inoltre dal ridimensionamento                   delle città e dalla valorizzazione del patrimonio ambientale                   ed archeologico. L’esportazione di prodotti tipici, di un manifatturiero                   hardware e software, raffinato e variegato, renderebbe tipica                   e viva l’economia, sottraendola così alla dominanza della                   globalizzazione. Il concetto ipocrita di “libero mercato” ha                   innescato la crisi che stiamo soffrendo: una spirale di criminalità                   organizzata dalla finanza mondiale, basata su prodotti realizzati                   illegalmente all’interno di paesi retti dalla tirannide attraverso                   l’interazione multinazionali / governi corrotti, utilizza la                   schiavitù, viola i diritti umani e dei lavoratori, distruggendo                   così i risultati di umanità duramente raggiunti                   delle lotte sociali che hanno reso civili gli altri paesi.
							  In ogni caso l’impianto territoriale light city renderebbe innanzitutto                   libere le famiglie dalla sudditanza del denaro per l’acquisizione                   di cibo.
  
					  
Quanto finora espresso può non essere applicabile all’esterno                   della Sicilia; tanto per fare un esempio, in Inghilterra non                   c’è divario di prezzi tra terreni interni e costieri.
							  Ciò che conta è il riequilibrio territoriale;                   non sta a me ma alle politiche statali trovare il corretto metodo                   di implementazione del modello, applicandolo col sistema più                   adeguato e flessibile.
Ipotesi 2
							  
					  
I privati si organizzano in cooperative ed acquisiscono i terreni                   light city, comunque individuati dai piani territoriali.
							  Lo Stato resta garante della compravendita e impedisce possibili                   bolle speculative. Le cooperative organizzano la decostruzione                   e si impegnano ad individuare i fabbricati da demolire e ricostruire                   nei greens e ad organizzare, d’accordo con propietari ed inquilini,                   il trasferimento delle famiglie; loro è il compito di                   reperire terreni di profondità ma a basse percentuali                   di argille gialle, rosse e blu, al fine di utilizzarli per la                   messa a dimora ed il compostaggio, non possono essere utilizzati                   terreni di superficie con humus in quanto così facendo                   non si farebbe che spostare il problema senza risolverlo; necessita                   invece riconquistare altro suolo agrario, deducibile dalle cementificazioni                   da rottamare.
Ipotesi 3
							  
							  
Imprese private attuano le decostruzioni. Dovrebbero essere previste agevolazioni statali per le quelle imprese che realizzeranno i villaggi attraverso la demolizione delle cementificazioni metropolitane e la rigenerazione dei suoli riconquistati col compostaggio. Restano congelati i parametri attuativi, i prezzi, le condizioni di permuta e quant’altro è già stato indicato nell’intervento pubblico o cooperativistico.
Ipotesi 4
							  
					  
Riguarda l’interazione tra gli operatori prima descritti; gli interventi da eseguirsi possono essere programmati e decisi nelle specifiche norme attuative, insieme alla realizzazione di PP e PPA relativi ad ogni green, correlati con preventivi di spesa ed utili. È consigliabile la predisposizione di PIP ambientali per una supervisione delle distribuzioni delle attività e dei servizi, preferibilmente nell’ambito di un certo range di flessibilità, riguardante accomodamenti o trasformazioni di destinazioni d’uso nel tempo, dovuti a cause emergenti durante l’articolazione delle attività tra i greens nonché all’interno di essi.
Ipotesi 5
							  
							  Possibilità di permute tra terreni destinati a greens                   ed aree metropolitane da decostruire.
					  
Spesso i terreni interni (siciliani, in particolare) a causa                   del basso valore unitario causato da poca domanda e grande offerta,                   non hanno subito radicali frazionamenti e così, dalla                   riforma agraria dei latifondi negli anni ‘50, grandi appezzamenti                   anche di 200 ettari ed oltre sono rimasti praticamente indivisi;                   è facile che si verifichi che un’area destinata a green                   (un green ha una superficie media programmata di circa 20 ettari)                   appartenga ad un unico proprietario; è così abbastanza                   facile organizzare, se le parti sono in accordo, una permuta                   tra il futuro green e l’area metropolitana corrispondente, sanata                   però dagli edifici in esubero.
							  Tanto il proprietario del green che gli ex abitanti metropolitani                   sarebbero aiutati finanziariamente e tecnicamente dalla partecipazione                   dello Stato nell’ambito della realizzazione delle opere di decostruzione                   ed adeguamento dei suoli.
Ipotesi 6
							  
							  Sistema marxista – leninista...
CAPITOLO 5
Tipologie Light City
Il problema della distruzione dell’humus legato                   alla realizzazione delle fondazioni per gli edifici è                   stato affrontato in questo contesto e risolto virtualmente con                   l’ideazione di una tipologia edilizia opportuna, che non comprometta                   il cappellaccio vegetale del terreno, la stessa tipologia deve                   configurarsi in modo tale da limitare al massimo il suo impatto                   ambientale, deve esser coniugata al suolo senza interferire                   particolarmente sia con la sua naturale composizione (fondamentalmente                   rappresentata da sabbia, argilla e calcare + humus) che con                   la fotosintesi necessaria affinché lo stesso suolo sia                   in grado di continuare a supportare vita vegetale ed animale.
							  A parte le opzioni che riguardano bioarchitetture ideate attraverso                   soluzioni un po’ estreme come, ad es., le tipologie di case                   sugli alberi presenti con molteplici varianti sul mercato scandinavo                   e legate alla presenza di boschi di conifere ad alto fusto,                   il sistema universale a riguardo, proposto in Light City, è                   la casa fotovoltaica su palificata, con una altezza dei pali                   fuori terra non inferiore ai 5m. Per cui il primo piano calpestabile                   si troverà a più di 5m dal suolo, che non viene                   alterato.
							  Una simile altezza permette un ottimo irraggiamento del terreno                   sottostante l’edificio durante l’excursus solare nelle ore diurne,                   a patto che si rispetti, entro un raggio opportuno, la norma                   di non piantare alberi di alto fusto, che limiterebbero la già                   non completa illuminazione.
							  Inoltre, è opportuno realizzare scale ed ascensori sul                   prospetto nord e ciò sempre per ottenere il massimo apporto                   di luce .
							  Questo tipo di costruzione può essere completamente prefabbricata,                   con caratteristiche fotovoltaiche che riguardano tutti gli elementi                   costruttivi che lo compongono e che faranno parte della struttura                   esterna: tetto e prospetti. 
							  L’impianto strutturale di palificazione, dotato di giunti in                   gomma, antisismici, sarà connesso al suolo mediante pali                   trivellati, con asportazione di terreno pari al volume del palo                   e ciò per evitare traumi da sbancamento per il suolo;                   l’unico problema sarà rappresentato dai materiali di                   risulta che si accumuleranno sopra il terreno durante le trivellazioni                   e che dovranno essere movimentati al temine dei lavori. L’edificio,                   una volta completato dovrebbe essere provvisto di un sistema                   di rivelazione antisismic [link].
							  Si consiglia una altezza massima di 13 m dal piano di campagna,                   con sistema duplex. 

Tipologia Drop
							  
					  
È questa la tipologia preferibile, in quanto, a differenza                   della precedente, è completamente antisismica; usa infatti                   sistemi naturali come la sfera, l'impianto radicale e le celle                   esagonali dell'alveare.
							  La sfera verra' collegata al suolo da una colonna montante per                   permettere il passaggio di raggi solari necessari per la funzione                   clorofilliana della vegetazione sottostante.
							  Il sistema di ancoraggio del tronco cilindrico, analogo all'impianto                   radicale, potrà essere realizzato con polimeri plastici                   perché resistenti e non biodegradabili; le superfici                   ortogonali che formeranno pareti all'interno della sfera saranno                   costituite da strutture esagonali analoghe agli alveari. Realizzate                   con materiali naturali attraverso nanotecnologie che utilizzeranno                   nanocellulose, saranno strutture leggerissime e resistenti,                   tali da non rappresentare rischi nel caso di terremoti o crolli                   in genere.




 Tipologie villaggi
							  
					  
Come anzidetto, i villaggi Light City hanno un’area totale compresa                   tra i 15 ed i 30 ettari; ognuno di loro può ospitare                   dalle 150 alle 600 persone.
							  Esempio: nei casi di fattoria con estensione di mezzo ettaro,                   si ha che 5.000 mq/0,06 mc/mq = 300 mc che corrispondono a 100                   mq, tuttavia, nel caso dimostrabile di addetti aggiuntivi o                   agriturismo si prevede di realizzare un secondo edificio, senza                   asportazione di humus; in tal modo i residenti di una fattoria                   possono raggiungere il numero di dieci unità.
  
							  Caratteristiche dei greens
  
							  - I villaggi sono dotati di servizi per la comunità che                   vi risiede, ivi compresi, guardia medica, mensa, casa di riposo/scuola                   dell’infanzia nello stesso stabile, etc., per queste funzioni                   le tipologie edilizie si adeguano alla bisogna.
							  Gli stessi villaggi devono essere corredati da un chiaro regime                   delle acque, pianificato prima e sotto controllo durante l’esercizio                   delle attività agrarie.
							  le fattorie possono essere dotate di magazzini e laboratori                   ma sempre utilizzando strutture precarie.
							  - I greens sono basati all’interno della loro perimetrazione,                   sulla coltura intensiva; a seconda del luogo, la stessa riguarderà                   un range di prodotti tale da esser scambiato sia all’interno                   del green, che all’esterno; ciò attraverso mercati reali                   o triangolazioni informatiche tra greens stessi o tra greens                   e città riqualificate.
							  Sono presenti all’interno del green: impianti di frutteti, oliveti,                   orti, pollai acquicoltura, stalle, etc.
							  La rotazione delle colture intensive orticole potrà essere                   concordata in rete attraverso accordi tra i coloni.
							  Nelle grandi aree che formano il connettivo tra greens ed in                   cui sono presenti i collegamenti fisici e le linee elettriche                   si impianteranno invece le colture estensive: grano, mais, soia,                   riso etc, che saranno gestite prevalentemente dalla popolazione                   dei greens di pertinenza.
					  Sempre nel tessuto territoriale connettivo che fa da campo ai                   greens e sulle linee di comunicazione su gomma, saranno disposti                   i servizi e le infrastrutture che per la loro importanza implicano                   bacini di utenza di migliaia di persone: ospedali, istituti                   scolastici, aeroporti, stadi, aeroporti, dighe ed impianti a                   condotta forzata per la produzione di energia, istituti scientifici                   e di ricerca tecnologica, università etc.

Colture intensive e servizi base nel green                    - Colture estensive + servizi a grande bacino d’utenza tra i                   greens, nel tessuto connettivo territoriale.
							  
							  - Si nominano organi di controllo responsabili dell’ecosistema                   di pertinenza al territorio in cui ricadono un certo numero                   di greens(si immagina un’area di intervento di circa 1000 ettari;                   gli stessi verificheranno: il regime delle acque, la possibile                   presenza di OGM, l’umanità con cui sono allevati gli                   animali, il rispetto di flora e fauna protette, la salvaguardia                   dei beni ambientali, di interesse storico – artistico, le sorgenti                   d’acqua, i boschi, la prevenzione incendi, le possibili fonti                   d’inquinamento di terra, acqua, aria.
							  
							  - Lo stoccaggio energetico si prevede debba avvenire tramite                   idrogeno, tuttavia, vista la fertilità del campo tecnologico                   si auspicano integrazioni o nuove realtà energetiche.
							  Il trasferimento di energia avviene a livello globale attraverso                   reti elettriche ed elettroniche, che compensano, tramite software,                   ridondanze e deficit energetici riguardo ai KW prodotti dalle                   fonti rinnovabili; si sconsiglia l’uso eccessivo di WiFi e si                   raccomanda di limitare al massimo l’inquinamento elettromagnetico.
							  Le attività economiche in rete dei coloni avvengono parallelamente                   alle pratiche agro-pastorali, artigianali, manifatturiere e                   turistiche.
CAPITOLO 6
Bonifica dei deserti
L’indice agricolo di 0,03mc/mq risponde bene                   alle dinamiche agricolo/residenziali del modello Light city.
							  Lo stesso indice potrebbe essere anche alzato leggermente, visto                   che la tipologia “Drop”, cioè quel tipo di edificio infisso                   al terreno con un cilindro portante e con sfera abitativa, abbassa                   enormemente il consumo di suolo.
							  Nella periferia metropolitana, ormai bonificata dal cemento                   e rigenerata nei suoli, troveranno posto Greens sostenibili                   ed interattivi; i lotti di un ettaro o un acro saranno gestiti                   da singole famiglie che vivono su Drop.
  
  

  
					  
Tuttavia gran parte della popolazione che era residente nella                   metropoli, per ovvi problemi di spazio sarà rivolta all’esterno,                   o sul resto del territorio esogeno alla metropoli, o sulle porzioni                   di deserto bonificato. 
							  Ovviamente il trasferimento di coloni nei deserti rinverditi                   dovrà rappresentare una dinamica gestita dalle UN, d’accordo                   con i singoli Stati e con i coloni stessi; cioè con coloro                   che hanno scelto liberamente di abbandonare la metropoli.
							  Va detto a questo proposito, che gli edifici condominiali, così                   come qualsiasi altro manufatto, ha un tempo limitato di efficienza,                   dopo il quale viene rimesso in pristino; si tratterà                   quindi di ricostruirlo con un’altra tipologia ed in un altro                   luogo.
							  Gli abitanti delle periferie hanno quindi ben poco da perdere                   abbandonando il territorio cementificato per trasferirsi in                   una loro fattoria, autonoma e a dimensione umana. 
							  I deserti rappresentano circa un terzo delle terre emerse e,                   tanto per fare un esempio calzante, Il Sahara, che è                   poco meno di dieci milioni di Km^2, se bonificato per un decimo                   della sua estensione e cioè per un milione di Km^2, potrebbe                   ospitare un miliardo di persone.
							  Infatti un milione di chilometri quadrati equivale a cento milioni                   di ettari; con una famiglia di dieci persone ad ettaro, si raggiungerebbero                   appunto un miliardo di presenze, non affollate, ma distribuite                   su spazi ampi per famiglia e su un territorio in grado di fornire                   prodotti biologici, wild ed allevamenti su erba.
							  Riguardo all’acqua necessaria per gestire questa epocale metamorfosi                   territoriale, potrà essere prelevata direttamente da                   sotto la sabbia, questa è la realtà di molti deserti                   sabbiosi; l’acqua si trova solo a qualche metro di profondità                   (Ricordo che la sabbia è l’elemento basilare per un buon                   terreno agricolo).
							  La attuale tecnologia permette anche di estrarla dissalata dal                   mare e dall’aria.
							  In linea di massima sono assolutamente contrario alle torri                   verdi dell’arch. Stefano Boeri, in quanto cementificano il suolo                   e provocano il ruscellamento delle acque piovane, proprio perchè                   gli stessi mastodonti di cemento armato rappresentano baluardi                   che non permettono alla pioggia di rigenerare le falde acquifere.
							  La terra per le colture che è distribuita sugli edifici                   di Boeri manca della continuità necessaria; il suolo                   deve stare al suo posto, sulla terra, non su stravaganti architetture                   che ignorano le dinamiche complesse della natura.
							  I Programmi Pluriennali di attuazione che configureranno l’esodo                   dalle metropoli e la metamorfosi delle stesse, dovrebbe avvenire                   per quartieri,o, al limite, per edifici.
							  Una volta risolta, d’accordo con le famiglie, la logistica da                   implementare, gli edifici verranno demoliti e parallelamente                   la popolazione si trasferirà spontaneamente nelle nuove                   residenze.
							  Nel caso le stesse residenze Drop siano previste all’interno                   di Greens, inglobati come agricoltura di prossimità nella                   metropoli, allora le famiglie destinate ad abitarli potranno                   trovare temporaneo domicilio in altri quartieri precedentemente                   abbandonati e dai quali la popolazione si è già                   trasferita all’esterno della città o nei deserti verdi;                   una volta risanato il quartiere di provenienza e dopo averlo                   trasformato in green, lo stesso verrà ripopolato dalle                   stesse persone e il quartiere del domicilio temporaneo demolito                   e quindi rigenerato in green a sua volta.
							  Sarà opportuno che queste dinamiche di trasformazione                   profonda del territorio vengano affidate completamente alla                   pubblica amministrazione e ciò per evitare le solite                   odiose speculazioni private.
							  Sempre per evitare speculazioni, i quartieri e i lotti di terreno                   che verranno coinvolti nella rigenerazione urbana e nella creazione                   di aree abitate di tipo Light City sui territori esogeni all’urbanizzato,                   dovrebbero essere assoggettati ad un regime di salvaguardia,                   con blocco della contrattazione privata.
							  Il valore di questi terreni dovrebbe essere fissato a quello                   precedente ogni pianificazione Light City, il prezzo di esproprio                   dovrebbe essere calcolato partendo dal valore di mercato precedente                   la pianificazione Light City e maggiorato secondo gli adeguamenti                   temporali ISTAT; il valore così ottenuto, moltiplicato                   per l’indice 1,5.
							  La bonifica dei deserti è attualmente una realtà                   in una decina di paesi al mondo; l’umanità si rende perfettamente                   conto delle potenzialità delle aree desertiche; le stesse                   ogni ventimila anni circa diventano spontaneamente verdi a causa                   dei lenti submovimenti terrestri (I cosiddetti cicli di Milankovitch);                   si tratta al momento attuale di implementare le condizioni per                   rigenerare artificialmente vita sulla sabbia dei deserti della                   Terra.
							  Personalmente ho sperimentato un rapido metodo per la creazione                   di vivai con alberi da frutto e non.
							  E’ un test che ho eseguito però su terreni alluvionali.
							  Per evitare l’irrigazione con impianti a goccia, pioggia o di                   altro genere, è sufficiente ricoprire con un cono di                   sabbia l’area di terreno in cui si diramano le radici della                   piantina appena messa a dimora, o posizionare lo stesso cono                   di sabbia anche sulla base di piante preesistenti.
							  Il cono sabbioso andrà a decrescere fino a raggiungere                   il fusto della pianta, a circa quaranta centimetri dal livello                   del terreno.
							  La sabbia evita che il sole inaridisca il suolo agrario che                   riveste le radici e così facendo l’umidità si                   manterrà quasi costante per tutto il periodo secco.
							  Conviene, magari saltuariamente, innaffiare occasionalmente,                   senza alterare il cono di sabbia.
							  A proposito della devastazione antropica del nostro pianeta,                   va accentato il fenomeno delle bugie on-line messe in moto dai                   media, circa possibili trasferimenti dell’umanità su                   altri corpi celesti.
							  In realtà l’osservazione scientifica, seria e non condizionata                   da speculazioni, ci dice, ripeto, che solo sulla Terra la nostra                   vita è possibile e ciò per una infinità                   di parametri. 
							  Il nostro corpo, perfetta interfaccia tra coscienza ed ambiente,                   proviene dalla Terra, che è fatta per lo stesso.
							  E quando il rapporto tra corpo umano con la Terra si interrompe,                   per una frattura, o per una missione spaziale, o semplicemente                   per un cambio di quota; allora, nei casi più gravi, neanche                   la fisioterapia riesce a restituire la perfetta tonicità                   a muscoli, arti ed articolazioni, compromessi dalla discontinuità                   subita col pianeta madre
							  Sulla Terra, ricordo, Massa Gravitazionale e Massa Inerziale                   coincidono con la Forza Peso: pesiamo quanto spingiamo. Questa                   meraviglia è alla base della perfetta armonia del corpo                   umano; dalla Sezione Aurea al Setticlavio delle voci, le nostre                   manifestazioni sono possibili perché l’arena delle nostre                   libertà è la Terra, da nessuna altra parte saremmo                   come siamo; un trasferimento planetario sarebbe la nostra deformazione                   prima e la nostra estinzione subito dopo. 
							  I deserti sulla Terra sono già un pianeta alternativo,                   ma quest’altro è già vivibile, perché è                   in un ambiente, perché ha la giusta atmosfera e la giusta                   biologia, perché ci segue da miliardi di anni e non ci                   ha mai tradito.
							  La diffusione di Light City comporterà così sia                   una ritrovata salute psicofisica per le persone che hanno abbandonato                   le metropoli, che il lento restauro ambientale del pianeta.
					  Una umanità liberata dal giogo del denaro e della competizione,                   prospererà libera nelle proprie interazioni e nel proprio                   ritrovato amore verso la più profonda tra le tecnologie                   conosciute: quella della vita.
Gaetano Maria Di Giorgio